La fascia fa parte dei tessuti connettivi che compongono l’organismo. È quella membrana bianca che avvolge tutte le componenti del corpo; se prendiamo ad esempio un pezzo di carne qualsiasi, la componente rossa è il muscolo e la componente bianca è il tessuto fasciale. Può essere paragonato ad una muta da sub che ci avvolge completamente. Non circonda solo la parte esterna, ma anche tutti gli organi, tutti i muscoli, tutti i nervi e così via tutte le componenti dell’organismo. È importante tenere bene a mente che, nonostante cambi la composizione cellulare per ogni parte del corpo che ricopre, la fascia rimane SEMPRE connessa tra i vari strati e livelli.
A cosa serve la fascia?
La fascia, ha il compito di connettere e fare da ponte tra tutte le componenti dell’organismo e quindi i muscoli con le ossa o con altri muscoli e così via anche tra gli organi. Tutto l’organo fasciale è ben innervato e quindi può essere la causa di stimoli algici. Sicuramente è il protagonista più importante della percezione che noi abbiamo del nostro corpo. Questo perché il tessuto fasciale è disseminato di recettori che informano il sistema nervoso, ad esempio, dello stato di tensione di un muscolo.
Da quali disturbi può essere affetto?
Il tessuto fasciale, proprio come tutti gli altri tessuti del corpo può andare incontro ad alterazioni. La più evidente che riscontriamo nella vita di tutti i giorni è la restrizione di questo tessuto. Questo provoca una rigidità nel muscolo e quindi una riduzione di mobilità dei movimenti. Ad esempio, se non riusciamo a toccare con le mani la punta dei piedi, spesso, la causa può essere una limitazione di questo tessuto. Purtroppo gli studi in questo campo sono solo agli albori, motivo per cui relazioni dirette con patologie sono ancora poche. Ad esempio però, all’interno della fascia sono stati scoperti dei recettori per gli ormoni sessuali. Questo potrebbe spiegare perché alcune donne hanno mal di schiena solo in alcune fasi del ciclo mestruale. Sono necessarie ulteriori ricerche in questo campo per poter relazionare eventuali patologie con il tessuto fasciale.
Il tessuto miofasciale da un punto di vista osteopatico
Grazie alle scoperte in questo campo, possiamo spiegare da un punto di vista scientifico l’intuizione che Still, il padre dell’osteopatia, ebbe alla fine dell’800. La relazione tra struttura e funzione, infatti, è uno dei principi cardine dell’osteopatia. È facilmente intuibile, adesso che sappiamo come tutto il corpo è connesso, come una distorsione di caviglia possa provocare il mal di schiena. Per questo motivo, spesso, l’osteopata non tratta solo la zona di dolore, ma anche altre parti, apparentemente sconnesse tra di loro. Da qui si capisce l’importanza, durante la prima visita osteopatica, dell’anamnesi, per capire se quel determinato fastidio può essere connesso ad altre zone a distanza nel corpo.